La tassazione sugli investimenti: guida completa

Quando guadagniamo dai nostri investimenti generiamo due tipologie di redditi.

I redditi da capitale e i redditi diversi. Queste due tipologie sono disciplinate dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR). In realtà, la normativa non dà una definizione formale per distinguere le due casistiche, ma si limita ad elencare le varie casistiche e le riporta in una o un’altra categoria.

Per quanto tale elenco comprende casistiche molto eterogenee tra loro, proviamo a cimentarci nel dare comunque una definizione:

  • Redditi di Capitale sono i proventi derivanti da una rendita finanziaria o da attività di finanziamento. Quali cedole, interessi , etc. Normalmente hanno una data di maturazione e un valore certo.
  • Redditi diversi sono legati alla compravendita di attività finanziarie e possono generare plusvalenze o minusvalenza in base alla differenza del valore di acquisto e di vendita. Va da sé che questa tipologia ha un valore incerto e non prevedibile. 

Per quanto possiamo provare a dare una definizione per aiutarci a distinguerli, vale sempre la pena dare uno sguardo alla norma.

Un esempio lampante sono le plusvalenze generate dalla vendita degli exchange-traded fund (ETF) disciplinate dalla norma come redditi di Capitale. Le minusvalenze, invece, sono trattate come redditi diversi.

Le minusvalenze e plusvalenze dei parenti stretti degli ETF, gli exchange-traded commodities (ETC fondi che replicano un bene fisico) e gli exchange-traded notes (ETN titoli di debito legati ad un benchmark), sono invece trattati come redditi diversi.  

La differenza non è da poco. Infatti nei redditi diversi le minusvalenze e le plusvalenze sono compensabili tra loro. 

Facciamo un esempio. Se vendo il titolo A generando una perdita di 50€, mentre vendendo il Titolo B guadagno 100€, la perdita compensa il guadagno e quindi pago la tassazione su questi investimenti è solo sulla differenza 100€-50€ = 50€.

Invece, se guadagno 100€ da dividendi di diversi titoli in portafoglio, quindi genero redditi da capitale, le perdita dovute dalla vendita di altre azioni non potranno compensare. Quindi dovrò pagare le tasse su tutti i 100€. 

Tassazione degli investimenti

La tassazione degli investimenti sia da redditi di capitale che diversi è del 26%, ad eccezione per i titoli di stato e i titoli governativi degli stati in “white list” del 12,5%.

Per gli ETF che detengono in toto o solo in parte titoli di stato, la tassazione sarà del 12,5% sulla parte di rendimento derivante dalla porzione obbligazionaria.

Alle tassazione derivante dalle rendite finanziarie, vanno poi ad aggiungersi delle imposte patrimoniali sul valore dei propri investimenti, indipendentemente se in perdita o in profitto.

Per giacenze medie sul conto corrente superiori a 5000€ si paga inoltre l’imposta di bollo pari a 34,20€ annui per le persone fisiche.

Per i titoli e gli strumenti finanziari si paga invece lo 0,2% annuo sul controvalore del portafoglio di investimenti. 

Attenzione, anche i conti depositi e i buoni fruttiferi sono considerati strumenti finanziari e non liquidità, pertanto su di essi si paga l’0,2% annuo.

Titoli esteri

Per gli investimenti in titoli e strumenti detenuti all’estero merita un approfondimento a parte in un altro articolo.

Su di essi va comunque pagata una imposta annua sul loro valore dell’0,2% (IVAFE Imposta sulle attività finanziarie estere).

A seconda dei casi e dei vari accordi bilaterali tra gli stati si possono applicare una doppia imposizione fiscale: sia nello stato italiano che nello stato dov’è domiciliato lo strumento.

Mentre in altri casi tali rendite estere vengono pagate sul massimale IRPEF, come ad esempio con i fondi “non armonizzati” alla disciplina europea.

Investimenti agevolati fiscalmente

Infine, è bene tenere conto che alcune forme di investimento sono incentivate fiscalmente dallo stato. 

Ad esempio gli investimenti nei famigerati PIR (Piani individuali di risparmio) e in Start Up innovative godono di diverse agevolazioni fiscali. Ma normalmente sono investimenti più rischiosi.

Mentre per i fondi pensione, come abbiamo già parlato in precedenza, è possibile portare in deduzione fino a 5.164,57€ annui abbattendo il nostro imponibile fiscale annuo.

Tuttavia, investire inseguendo i benefici fiscali, è poco saggio. Quando decidiamo di effettuare un investimento, dobbiamo sempre considerare la qualità del prodotto che scegliamo. I benefici fiscali dovrebbero essere solo uno strumento per aiutarci ad effettuare degli investimenti più efficienti. 

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