Perché investire in un fondo pensione

In un precedente articolo ho già raccontato come, dagli anni 70 ad oggi, il sistema pensionistico Italiano sia profondamente cambiato.

Dal passaggio al sistema contributivo, ovvero in proporzione ai contributi versati, le retribuzioni pensionistiche attese si prospettano più basse, e di molto, rispetto quelle percepite dalle generazioni precedenti. 

In questo articolo non voglio soffermarmi sul perché è opportuno cominciare a crearsi una pensione alternativa, ma su come investire in un fondo di pensione complementare possa essere un investimento a lungo termine vantaggioso anche paragonato ad altre fonti di investimento.

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Il movimento FIRE, la pensione e i giovani

La pensione: dagli anni 70 ad oggi

C’era un tempo non molto lontano, in cui, a fianco alla pensione di vecchiaia, ovvero per limite di età, c’era la possibilità della pensione di anzianità. 

In questo ultimo caso, ci si poteva ritirare una volta raggiunto un certo numero di anni di contributi lavorativi. In effetti in passato ci sono state persone che hanno approfittato dell’opportunità di andarsene in pensione una volta maturati i 20 anni di contributi. 

Oltrettutto, fino al 1995, vigeva il regime “retributivo”. La pensione veniva stabilità in base alla media degli ultimi stipendi ricevuti, indipendentemente dai contributi versati. La logica dietro una scelta del genere risiede nel volere dare una continuità con lo stipendio percepito anche dopo la fine della carriera lavorativa. 

Tuttavia, come spesso accade in Italia, questo principio per garantire la sicurezza finanziaria è stato portato all’esasperazione creando un profondo squilibrio nei conti dello stato tra pensioni erogate e contributi versati.

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