Perché investire in un fondo pensione

In un precedente articolo ho già raccontato come, dagli anni 70 ad oggi, il sistema pensionistico Italiano sia profondamente cambiato.

Dal passaggio al sistema contributivo, ovvero in proporzione ai contributi versati, le retribuzioni pensionistiche attese si prospettano più basse, e di molto, rispetto quelle percepite dalle generazioni precedenti. 

In questo articolo non voglio soffermarmi sul perché è opportuno cominciare a crearsi una pensione alternativa, ma su come investire in un fondo di pensione complementare possa essere un investimento a lungo termine vantaggioso anche paragonato ad altre fonti di investimento.

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Come scegliere un ETF

Che cosa sono gli ETF

Nel post precedente abbiamo parlato di cosa sono i fondi di investimento e i vantaggi di investire in essi.

Alla fine dell’articolo ho parlato della mia preferenza nell’investire in ETF anzichè nei normali fondi di investimento.

Gli ETF si distinguono dai fondi principalmente dal modo di gestione che è di tipo “passivo”.  Invece di esserci un gestore alle spalle che sceglie su cosa e quanto investire, l’allocazione degli investimenti cerca di replicare il più fedelmente possibile un benchmark di riferimento.

Questo strumento si presta benissimo anche per l’utilizzo da parte di un piccolo risparmiatore.

Un ETF si compra e si vende come un’azione sul mercato. Di conseguenza si può prendere posizione su di un intero indice azionario o sul mercato obbligazionario attraverso l’acquisto anche di una sola azione. Senza commissioni di ingresso o di uscita, come per la maggior parte dei fondi, ma solo pagando le eventuali commissioni di intermediazioni previste dal broker utilizzato. Con un solo click si ottiene una diversificazione 

Dato che gli ETF non hanno alle spalle elaborate analisi, studi di bilanci etc per selezionare i titoli su cui investire, le commissioni annuali, il Total Expense Ratio (TER), sono piuttosto basse. 

Riassumendo, con gli ETF si riesce ad ottenere un portafoglio differenziato, con costi contenuti e anche investendo cifre modeste. 

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Investire in un fondo comune o in un ETF?

Come abbiamo trattato in un altro articolo, il ritorno dei nostri investimenti è proporzionale allo sforzo, alla competenza e allo studio che dedichiamo ad essi.

Per provare a battere il mercato, dobbiamo ricercare quelle aziende o settori fortemente sottostimati per poi rivenderli quando il mercato è disposto ad offrirci un prezzo ben superiore al loro reale valore.

Per quanto appagante possa essere trovare una perla nascosta tra le miriadi di aziende quotate, la ricerca è complessa e richiede molta energia.

Il cittadino medio che guarda ai mercati per difendere il proprio capitale, non ha il tempo, e talvolta nemmeno la competenza, da dedicare allo studio dei bilanci e delle aziende presenti sul mercato.

Una soluzione potrebbe essere affidarsi a dei fondi di investimento.

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Il movimento FIRE, la pensione e i giovani

La pensione: dagli anni 70 ad oggi

C’era un tempo non molto lontano, in cui, a fianco alla pensione di vecchiaia, ovvero per limite di età, c’era la possibilità della pensione di anzianità. 

In questo ultimo caso, ci si poteva ritirare una volta raggiunto un certo numero di anni di contributi lavorativi. In effetti in passato ci sono state persone che hanno approfittato dell’opportunità di andarsene in pensione una volta maturati i 20 anni di contributi. 

Oltrettutto, fino al 1995, vigeva il regime “retributivo”. La pensione veniva stabilità in base alla media degli ultimi stipendi ricevuti, indipendentemente dai contributi versati. La logica dietro una scelta del genere risiede nel volere dare una continuità con lo stipendio percepito anche dopo la fine della carriera lavorativa. 

Tuttavia, come spesso accade in Italia, questo principio per garantire la sicurezza finanziaria è stato portato all’esasperazione creando un profondo squilibrio nei conti dello stato tra pensioni erogate e contributi versati.

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Perchè il cittadino medio paga più tasse del ricco e come difendersi

Tutti vogliono pagare meno tasse, ma non sanno come.

Recentemente è balzato agli onori delle cronache la notizia che Trump abbia pagato solo 750$ di imposte sul reddito nei primi due anni. Sembrerebbe, inoltre, che per almeno 10 degli ultimi 15 anni non abbia pagato alcuna tassa. 

Qual è il segreto di Trump? Non sembra per certo che conduca uno stile di vita di un senza tetto. 

L’inchiesta del New York Times ha rilevato come nel corso degli anni abbia considerato gran parte delle sue spese personali come spese a carico delle sue aziende, riducendo così l’imponibile.

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L’indipendenza finanziaria per amare di più il proprio lavoro

È un dato di fatto che molte persone non amino il proprio lavoro. Questo è vero anche tra le persone che magari hanno studiato e si sono preparati una vita intera per poter svolgere quel lavoro.

Quali sono i fattori che non ci fanno piacere il nostro lavoro? Alcune persone lo trovano ripetitivo, altre troppo caotico. Riteniamo che non c’è spazio per la creatività, che siamo costretti a seguire le direttive aziendali e che nessuno ci ascolti. Dobbiamo sottostare agli orari e alle scadenze che ci impongono.

Riassumendo, molti vedono il proprio lavoro qualcosa che siamo costretti a fare per ricevere in cambio il denaro per poter vivere e mangiare.

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Trasformare il proprio portafoglio in un fondo di investimento

Qualche anno fa confrontandomi con un promotore finanziario sulla mia gestione fai da te del mio portafoglio, mi sono trovato in difficoltà a rispondere esattamente alla domanda di come stavano andando i miei investimenti.

Usualmente i broker e i siti delle banche riportano i P&L degli investimenti rispetto il prezzo medio di carico dei vari prodotti in portafoglio.

I risultati vengono annacquati dai vari movimenti di vendita o acquisto nuove quote e, soprattutto, non tengono conto degli eventuali profitti reinvestiti. 

Siccome è importante conoscere le proprie prestazioni per valutare le strategie di investimento e confrontarle con le diverse alternative esistente, ho cercato un metodo per poter tracciare i risultati.

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Sell in May and go away. Una strategia vincente?

Photo by Sam Mgrdichian on Unsplash

Non passa anno che a maggio sentiamo il detto “Sell in May and go away” ovvero “Vendi in Maggio e scappa”.

Questo vecchio adagio rappresenta una strategia di investimento basata su una teoria che, tra Novembre e Aprile, i mercati azionari crescano mediamente di più che negli altri mesi. 

In questa strategia, le azioni vengono vendute a Maggio, per poi riacquistarle normalmente a Novembre per sfruttare ritorni migliori.

Le origini hanno base sul comportamento storico degli investitori. Durante i mesi estivi, quando la maggior parte degli operatori è in ferie, c’è un rallentamento dei volumi di scambio.

Nei mesi invernali, al progressivo ritorno dalle ferie, i volumi aumentano e spingono in su i prezzi. 

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I mercati sono ai massimi, ma l’economia va male. Che fare?

Al rientro dalle vacanze estive, sono stato colpito dalla notizia che SP500 ha raggiunto il massimo storico recuperando a pieno le perdite dovute al crollo di Marzo. Anche gli indici azionari europei non vanno male. 

La notizia sembra in controtendenza con i risultati economici globali frutto della pandemia in corso.

Mentre il PIL dei paesi di mezzo mondo crolla, la disoccupazione aumenta e molte attività vanno in crisi, ci si stupisce come gli investitori non scappino dai mercati.

Confronto PIL USA SP500
Mentre il PIL degli USA registra una pesante contrazione (-32,9%), lo S&P 500 raggiunge il massimo storico
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