L’anno che è appena trascorso, oltre ad essere stato ricco di emozioni, ha cambiato radicalmente le nostre abitudini e ha condizionato pesantemente le nostre vite.
In questo anno in cui la maggior parte di noi è stata costretta a casa o ha ridotto volontariamente le occasioni per uscire, anche il quadro economico è cambiato profondamente.
Le economie dei principali paesi sono entrate in forte recessione. I governi sono intervenuti immettendo liquidità aiutate dalle banche centrali che hanno sostenuto il finanziamento del nuovo debito.

Nonostante il mondo sia entrato in recessione, fatto salvo alcune notevoli eccezioni come la Cina, i titoli azionari stanno aggiornando i massimi storici.

Le ragioni dietro questo paradosso sono solo in parte giustificate dalle soluzioni che hanno adottato i vari paesi per sostenere l’economia.
Le nuove abitudini che si sono consolidate durante questo anno pieno di restrizioni, hanno premiato fortemente le azioni tech quali Apple, Facebook, Microsoft e Google. Sono andate bene Anche aziende con un ruolo nell’e-commerce come Amazon e Alibaba.
Considerando che i primi 5 Titoli del S&P500 rappresentano il 25% della capitalizzazione totale dell’indice, Il peso che hanno, fa si che influenzino la performance globale in maniera significativa verso l’alto.

Scenari futuri: La crisi delle obbligazioni.
La crisi del 2020 ha avuto un’altra conseguenza.
Fino ad oggi la letteratura e tutti i principali investitori hanno sempre consigliato di dedicare uno quota dei propri investimenti in Obbligazioni come cuscino di sicurezza a protezione degli scossoni degli investimenti azionari.
Quando l’economia va male, i mercati finanziari seguono usualmente lo stesso trend. Le banche centrali intervengono tagliando il costo del denaro per stimolare l’economia. Le obbligazioni stipulate prima avranno un valore di mercato più alto, perché hanno un tasso di interesse maggiore rispetto ai tassi attuali.
In questo scenario, l’investitore che ha anche una quota in obbligazioni, riesce ad assorbire un eventuale crollo degli investimenti azionari grazie alla riduzione dei tassi.
Durante il crollo di marzo, l’obbligazionario ha servito bene il suo scopo. Ad eccezione che in Giappone dove i tassi sono prossimi allo zero da anni.

Con i rendimenti prossimi allo zero e, in alcuni casi, a tassi negativi, è verosimile che non ci sia molto spazio per ulteriori decrementi.
Una ripresa economica e un conseguente aumento dei tassi avrebbe una riduzione del valore obbligazionario peggiorato, magari, anche da una ripresa dell’inflazione.
Inoltre, nello scenario peggiore, potremmo trovarci di fronte ad una mancata o insufficiente ripresa economica.
Se non si può fare più leva sui tassi di interesse, I governi dovrebbero far fronte ad ulteriori iniezioni di liquidità spingendo in su anche l’inflazione.
In una situazione di mancata crescita e aumento dell’inflazione (stagflazione) si corre il rischio che la resa obbligazionaria è erosa ulteriormente senza che l’azionario possa bilanciare.
Mercati finanziari: come difendersi nel futuro.
Con queste premesse, con pochi margini per cui le obbligazioni possano contribuire positivamente ai nostri investimenti, è chiaro che dovremmo pensare a delle alternative.
A tal proposito ho trovato degli spunti interessanti in una ricerca di Luglio 2020 della Bridgewater Associates, il fondo del celebre Ray Dalio.
A fronte di un aumento generale dei prezzi susseguenti ad una crescita economica o di un immissione di più soldi in circolo, nella ricerca si suggerisce di sostituire le obbligazioni con strumenti che proteggono dall’inflazione.
Ad esempio si fa riferimento a obbligazioni indicizzate all’inflazione o all’oro, il bene di rifugio per eccellenza.
Nel caso di scelta di asset azionari specifici, in questo studio si suggerisce di focalizzarsi verso aziende con cash-flow stabili nel tempo, legati all’economia reale.
Questi prodotti sono sensibili alla crescita dei prezzi e aumentano con essi, possono fornire, quindi, un’ulteriore protezione verso scenari che vedono una crescita inflazionaria.
Infine, nella ricerca si sottolinea di un’aumentata importanza di un’adeguata differenzazione geografica dei propri investimenti.
Fino ad oggi, nel mondo della globalizzazione, gli andamenti dei mercati azionari globali sono stati sempre strettamente correlati tra loro.
Nell’ultimo anno, tuttavia, è diventata sempre più evidente la formazione di tre blocchi economici: America, Europa e Cina.
C’è da aspettarsi che nel futuro questi tre mercati non saranno più strettamente correlati, specialmente a seguito del maggiore accesso ai mercati asiatici. Inoltre, la Cina contribuisce per la maggior parte della crescita globale e, ancora oggi, ha una riserva di protezione obbligazionaria verso eventuali declini economici. L’obbligazione a 10 anni Cinese offre circa il 3% annuo.
Queste differenze vanno tenute conto in un’ottica a lungo termine soprattutto in fase di costruzione e bilanciamento del nostro portafoglio.