Bond e Obbligazioni: come proteggersi dalla volatilità

Comprare un’azione significa comprare una azienda

Quando iniziamo ad investire, bisogna sempre chiedersi quanto vale l’azienda in relazione a quanto costa. Il prezzo varia tra sessione e sessione, ma l’azienda che stiamo acquistando è sempre la stessa. 

Quindi un investitore “intelligente” capisce che le azioni diventano più rischiose quando i prezzi salgono e meno rischiose quando questi scendono. L’inizio del mercato “orso”, ovvero discendente, deve essere visto quindi come un’opportunità. Grazie al crollo dei prezzi diventa più sicura la costruzione del proprio capitale.

La volatilità dei prezzi ci obbliga a vivere continui scossoni

Data l’alta volatilità dei prezzi, il prezzo futuro delle azioni non è mai prevedibile (chi sostiene il contrario è al limite di sostenere la chiaroveggenza).

Tanto più l’investitore dipende dal proprio stipendio o dalla necessità di dover disporre in breve tempo del proprio capitale, maggiormente dovrebbe essere avverso al rischio.

In questi primi mesi del 2020 ne abbiamo avuto riprova con crolli oltre il 20% dei mercati azionari. Gli investitori con un’alta esposizione sui mercati hanno visto una forte contrazione dei propri portafogli.

Se si dà uno sguardo all’andamento delle obbligazioni, invece possiamo notare come queste hanno reagito bene allo scossone su mercati.

Che cosa sono le obbligazioni

Cosa sono le obbligazioni

Le obbligazioni, o bond in gergo inglese, sono prestiti. Alla scadenza devono riconoscere un rendimento certo, perciò difendono bene dall’alta volatilità del mercato.  

Questo tipo di strumento ha perso popolarità recentemente dati i tassi di interesse molto bassi e, in alcuni casi, addirittura negativi su obbligazione a scadenza breve. 

Soprattutto con i grossi interventi che stanno effettuando le varie banche centrali per iniettare liquidità nei governi comprando le obbligazioni governative mantenendo, così, i rendimenti bassi.

Dal mio punto di vista una porzione di investimenti in obbligazioni nel proprio portafoglio è sempre opportuno. Specialmente di fronte a livelli di prezzi molto alti o in prossimità di aver bisogno del nostro capitale.

Un investitore in un’età avanzata, magari in pensione,  potrebbe non essere in grado di superare un lungo mercato in declino. Nonostante questo non significa che deve vendere a qualsiasi correzione di mercato. 

Come scegliere le obbligazioni

Ha poco senso investire in strumenti a tasso negativo, ma se cerchiamo obbligazioni a scadenza più lunga, noteremo rendimenti che fanno più a caso nostro.

Se da un lato, una vita breve dell’obbligazione è associata a rendimenti bassi, Bond con scadenza troppo in avanti possono vedere i rendimenti erosi dall’inflazione o possono perdere valore sul mercato al crescere dei tassi di interesse. 

Se cresce l’inflazione, corriamo il rischio che il denaro si svaluta molto di più di quanto rende l’investimento. Cioè di fatto perdiamo potere di acquisto. 

Al crescere dei tassi di interesse, le nuove obbligazioni emesse avranno un rendimento più alto e quindi quelle in nostro possesso varranno di meno e, nel caso le andiamo a vendere saremmo costretti a metterle sul mercato a prezzo di sconto in modo da renderli attrattivi rispetto a quelle appena emesse.

Un giusto compromesso tra rischi e rendimenti si può trovare nelle obbligazioni con una vita media tra i 7 e i 10 anni.

Come comporre il proprio portafoglio

In rete si possono trovare diverse opinioni su come comporre il portafoglio.

Esse variano sostanzialmente dal profilo dell’investitore e quindi dalla sua propensione al rischio, il suo orizzonte temporale, l’emotività di fronte alla volatilità dei mercati e l’attitudine alla gestione attiva del proprio portafoglio. 

Troviamo Soluzioni che vanno da un semplice 50%-50%, come suggerito anche da Graham in “The Intelligent Investor” per l’investitore passivo, a soluzioni con coperture al 25%. 

Nel mio caso, al momento preferisco avere un’esposizione molto alta verso il mercato azionario avendo un orizzonte temporale molto lungo data la mia età.   

Nel mio portafoglio la quota obbligazionaria oscilla tra il 25%, in periodi in cui il livello dei prezzi è molto alto, per poi liquidare fino al 10% nei momenti in cui il mercato azionario si trova a livelli di prezzi molto bassi, come appunto sta capitando in questo periodo, in modo da utilizzare questa riserva per aumentare l’esposizione sul mercato e approfittare delle opportunità presenti.

Al crescere del mio capitale, e insieme anche la mia età, valuterò di aumentare la quota in obbligazionario per ridurre la volatilità .

Consiglio, comunque, ognuno di farsi la propria idea valutando le diverse filosofie e esperienze presenti in rete. A tal proposito consiglio una visita a questo meraviglioso sito Portfolio Charts in modo da avere un’idea delle composizioni più popolari di portafogli di Investimenti.

In futuro discuterò più nel dettaglio di come è composto il mio portafoglio e i ragionamenti che ho seguito.

Spero che mi seguirete così che potremmo confrontarci in merito su questo e altri argomenti.

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